Che film hai visto?, pareri e recensioni

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$lask
view post Posted on 13/2/2018, 13:19 by: $lask     +2   +1   -1
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The pioneer

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Qualche settimana fa mi sono avventurato nella mia prima esperienza con l'espressionismo. E non potevo che partire da uno dei capisaldi:

IL GABINETTO DEL DOTTOR CALIGARI


Ho avuto la fortuna di rimediare la versione restaurata nel 2014 (dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con la fondazione Murnau), che presenta il film nella sua edizione più completa, perlomeno con il materiale esistente che si è riuscito a recuperare, e con una sontuosa qualità dell'immagine. Il lavoro svolto dai tecnici è stato fenomenale, la splendida e grottesca fotografia dimostra molti meno anni di quanti ne ha il film in realtà.

Le atmosfere della pellicola appaiono fin dall'inizio fosche, e l'alternanza giorno-notte / interni-esterni scandita dai diversi colori contribuisce a immergerti in questo micromondo dalle sembianze di un piccolo paesino tedesco. Le scenografie, per quanto svelate ancora di più nella loro modestia dall'alta definizione, conferiscono quel tono tetro e straniante che permane per gran parte del film, e che è amplificato dai volti spiritati dei protagonisti, opportunamente truccati.
C'è da dire che la trama per spettatori contemporanei come noi risulterà ovviamente già vista, ma questa è un'opera del 1920 pertanto inquadrato in quel contesto temporale questo tipo di narrazione è encomiabile. D'altronde a quanto ho letto uno dei due autori, Carl Mayer, avrebbe in seguito contribuito alla realizzazione di altri titoli della corrente espressionista tedesca. Tra l'altro apprendo anche che prima di finire nelle mani di Robert Wiene (che a dispetto dei suoi lavori precedenti e successivi qui non figura come sceneggiatore), Il Gabinetto Del Dottor Caligari doveva essere diretto da un certo Fritz Lang.

Spiccano nel cast ovviamente i due "antagonisti", se così li si può definire: Werner Krauss è l'interprete che dà vita al mefistofelico dott. Caligari (che credo proprio essere una delle influenze principali sul look del Pinguino burtoniano di Danny DeVito) e inquieta ogni volta che è in scena, tanto nelle inquadrature larghe, dove è affiancato a personaggi "normali", quanto nei primi piani del suo volto incredibilmente espressivo; Conrad Veidt, che conoscevo principalmente per fama, opera con un'espressività più rigorosa per interpretare il sonnambulo Cesare.
La figura che si contrappone ai due, Friedrich Fehér, mi ha impressionato di meno, forse perché a differenza dei due sopracitati la sua carica teatrale è meno giustificata, almeno fino all'atto conclusivo.

Per quel poco che posso dire sul versante tecnico, trovo che i meriti della regia di Wiene siano da ricercare nei modi in cui enfatizza le atmosfere di cui parlavo all'inizio. Gran parte del lavoro però lo fanno appunto le scenografie su tela dipinta, che a dire il vero sono filmate quasi sempre a cinepresa fissa, ma d'altronde non ci si può certo lamentare dell'assenza di carrelli o altro per una produzione dell'epoca.

Che dire, al di là di alcuni film di Chaplin, Il Gabinetto del Dottor Caligari è probabilmente il lungometraggio più vecchio che ho visto, e mettendo in conto questo è una visione che raccomando a chiunque di voi non l'abbia ancora recuperato perché è un tipo di cinema talmente distante dai canoni odierni che non potrà in qualche modo non affascinarvi.
 
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