Recentemente il cinema, inteso più come mezzo espressivo che come forma d'Arte, mi ha sconfitta a tavolino. Questo perché nel giro di due giorni ho dovuto ricredermi su due pellicole di cui non avrei mai detto a fine visione: "Non è stato tutto tempo perso!". I film incriminati sono
Jem e le Holograms di John M. Chu [Raymond e la zucca magica, Step Up 2, Step Up 3D] e
Sausage Party di Conrad Vernon e Greg Tiernan (da una storia di Seth Rogen, Evan Goldberg e Jonah Hill). Ovviamente
mai nella vita mi permetterei di annoverare questi due film tra i più belli dell'anno, ma credo che meritino ugualmente una chance! LO SO, qualcuno leggendo potrà pensare che si tratti di un post troll, INVECE NO. Sono sincera e perfettamente lucida, e se riuscite a mettere lo scetticismo da un parte per qualche minuto potrete leggere quanto segue.
Jem e le Holograms è un film in live-action ispirato all'omonimo cartoon cult anni '90: sfido io a trovare oggi una trentenne che non conosca il ritornello della sigla ("[...]Il mio nome è Jem... tuttutu Ruuuuu... sono una cantante!) o che da bambina non abbia preso in considerazione almeno una volta l'idea di tagliarsi i capelli e tingerseli di rosa per imitare JEM! Ma non è tutto oro quello che... GLITTERA. La presenza invadente di vestiti e oggetti kitsch che neanche Platinette, l'assenza di una vera trama e la ripetitività degli episodi (alcuni folli come il dirottamento della nave da crociera!!!) sono tutti campanelli di "allarme truffa" che al tempo ignoravo. Che ci volete fare, da bambina è tutto bello! Solo da qualche anno ho scoperto che la serie animata si è trattato di una manovra pubblicitaria per incentivare l'acquisto di bambole che erano da anni sul mercato ma che nesssuna bambina voleva comprare perché troppo eccentriche... Questo fino all'inizio della serie.
Nel 2016 la Hasbro, o chi per lei, anziché continuare ad optare per i piccoli salotti domestici, sceglie una platea più considerevole, quella delle sale dei cinema. Tutta questa premessa per confessarvi che mentre mi apprestavo alla visione del film, il regista e tutti gli autori apparivano ai miei occhi come dei vampiri che stavano attendando alla giugulare della mia infanzia! Poi, come ho già detto, sapevo che non mi aspettava chissà quale storia da seguire ed ero ormai preprarata a sorbirmi l'ennesimo teen movie in formato found footage
Insomma i presupposti per una porcheria c'erano tutti ma poi vedendolo ho scoperto che dietro c'è un disegno. La protagonista sceglie come nick name per presentarsi al mondo JEM. Il film sembra dare un pretesto al regista per criticare l'universo che c'è dietro ai social network, allo stesso tempo vive in funzione e grazie ad esso. Notevole, per esempio, la scelta di usare come accompagnamento sonoro i filmati virali con i musicisti caricati su YouTube (Birdman inizia a mietere vittime).
L'auto-identificazione, sebbene si stenti a crederlo, è il fulcro dell'intero film. L'espressione libera di se stessi e la piena capacità di poter fare la differenza senza celarsi dietro ad un'identità falsa, costruita secondo i canoni e allo scopo di piacere.
Purtroppo devo uscire. Continuerò il post più tardi
Edited by MAN of STEEL - 2/11/2016, 18:49