I film dall'85 al 2002 mi sono tornati in mente rivedendoli, in quanto li avevo visti tutti (anche se alcuni solo in parte) parecchi anni fa.
Con
Il Cavaliere pallido ha provato a realizzare un western per dare un colpo di coda al filone, che in quegli anni stava inevitabilmente perdendo forza ed interesse, ma é un film che arriva inevitabilmente fuori tempo massimo, seguendo una formula narrativa reiterata (quasi una sorta di remake/omaggio de "Il cavaliere della valle solitaria"), che lo porta ad esser privo di particolare interesse o stimolo, ed una messa in scena classica, che lo porta ad esser privo del giusto carattere e della giusta forza per far rifiorire il genere e per sopravvivere al periodo storico in cui é uscito. Nel complesso risulta comunque piacevole da vedere, con alcuni momenti più riusciti di altri, ma decisamente non lascia il segno.
Gunny vede una delle migliori interpretazioni di Eastwood, che finalmente varia un po' il suo registro e caratterizza al meglio il suo personaggio, diversificandolo un po' dai precedenti e rendendolo particolarmente iconico. Leggendo il commento di Kabuto, il film risulta l'ennesimo esempio di come non s'interpreta un film, cioé a discrezione personale ed in base alle proprie opinioni, ma vanno interpretati in maniera corretta. Perché il film non dissacra affato la figura del militare e quella dei Marines, anzi. Il film, come quasi ogni film di Eastwood, si pone in netto contrasto con l'autorità, contro chi detiene il potere nonostante non lo meriti, contro chi amministra giustizia nella maniera sbagliata. Che é poi una delle cose che apprezzo di Eastwood: il suo risentimento e la sua insofferenza nei confronti delle ingiustizie. Di conseguenza, il film si pone giustamente in maniera ostile nei confronti dei giovani, esaltati ed incompetenti Ufficiali dei Marines. Non dei Marines. Si schiera contro (e percula alla grande) chi detiene l'autorità in quell'ambito senza meritarla, finendo per amministrare nel peggiore dei modi i suoi sottoposti e rischiando così di formare dei Marines che non sono in grado di far fronte ai loro compiti, di riuscire a vincere una battaglia e di salvarsi la vita. Come invece i metodi d'insegnamento di Gunny riescono a fare, facendogli ottenere anche l'approvazione ed il rispetto da parte dei suoi sottoposti. Un film davvero divertente e spassoso, come nessun altro dei suoi, che si lascia vedere con grande piacere, specie da chi questa storia la vive in prima persona.
Bird é un biopic che vive principalmente di due cose: l'immensa interpretazione di Forest Whitaker e la gran bella regia di Eastwood, che firma una delle sue opere migliori dal punto di vista tecnico e formale, risultando quasi "scorsesiano" in certi momenti. Dopo "Honkytonk Man", torna a raccontare gli ultimi momenti di vita di un uomo ed il suo rapporto con la Musica, concentrandosi questa volta molto più sulla figura del protagonista e molto meno sui rapporti interpersonali. Bellissima la Fotografia, che immerge letteralmente nell'animo di Bird. Nonostante tutto questo, però, non l'ho trovato particolarmente eccelso nel complesso, si dilunga in diversi momenti facendo perdere interesse per quel che racconta, ed alla fine della fiera non lascia quella voglia di rivederlo che accompagna i grandi film. Tant'é che sullo stesso tema gli ho preferito "Honkytonk Man".
Cacciatore Bianco, Cuore Nero é senza alcun dubbio un gran bel film. Divertente e drammatico, ironico e riflessivo, profondamente umano. Ho adorato il personaggio di John Wilson in quanto non si tratta altro che di Clint Eastwood stesso. Mosso come sempre dai suoi desideri ed animato dalla propria avversione nei confronti delle autorità, del potere, delle ingiustizie, in una sorta di ricerca personale che passa attraverso l'autodistruzione, cerca di compiere lui stesso un atto di crudeltà. Tra riflessioni sul Cinema, sull'Arte, sull'Uomo e la Natura, riuscirà il nostro eroe, nel corso della sua avventura, a comprendere ed ascoltare il suo compagno di viaggio/voce della sua coscienza, rivedendo così la propria condotta e la propria esistenza? Semplicemente bellissimo il finale.
Forse Eastwood voleva realizzare un action anni 80/90, creando una sorta di erede spirituale di Callaghan e seguendo la scia dei grandi film di genere del periodo, come "Arma Letale" e "Trappola di Cristallo". Purtroppo per lui, Eastwood non é certo Richard Donner o John McTiernan, e visto che non c'entra una mazza con l'azione, tira fuori una roba tristissima come
La Recluta, che oltre ad essere uno degli action-polizieschi più insulsi di sempre, degrada Raul Julia nel ruolo patetico di un villain inesistente. Ad oggi, il peggior film di Eastwood, ma credo che non sia sceso più in basso di così.
Si rifà prontamente l'anno dopo realizzando il suo primo, vero e proprio Capolavoro.
Gli Spietati é uno degli ultimi grandi esponenti del genere, la pellicola perfetta per raccontare del tramonto del West e del Western, per guardare al Mito con altri occhi, osservando l'eroe da un'altra angolazione, in grado di mostrare come anche quest'ultimo meriti di morire esattamente come lo merita qualsiasi altro uomo abbia commesso le sue stesse azioni. Grandissima prova di Eastwood dietro la mdp e di Gene Hackman davanti, che giustamente porta a casa la statuetta. Incipit ed epilogo rimangono scolpiti. Doverosa e sincera la dedica a Sergio e Don.
Quando arriva il momento di rivedere per la fantamiliardesima volta uno dei tuoi film preferiti, sai già esattamente cosa, come e quando lo proverai durante la visione, ma la voglia ed il piacere di rivederlo e di riprovare quelle stesse cose non svaniscono mai. Per me accade così ovviamente anche con
Un Mondo perfetto, da sempre uno dei miei film preferiti. Risulta anche uno dei film più belli che Eastwood abbia mai realizzato, forse anche più bello del film che lo precede, poiché più sottile e sfaccettato nel parlare del lato oscuro del mito e del sogno americano, del contrasto tra quello che é stato costruito per essere un mondo perfetto a livello strutturale e ciò che quel mondo perfetto produce a livello umano. Un contrasto che porta la famiglia più improbabile che questo "mondo perfetto" avrebbe mai immaginato di vedere, a trovare per qualche istante il loro mondo perfetto, il loro sogno americano, la loro esistenza felice. Capolavoro della vita!
I Ponti di Madison County rappresenta una bellissima prova di Eastwood in un genere ancora mai affrontato e potenzialmente lontano dalle sue corde, che dimostra come invece sia in possesso di uno sguardo perfettamente adeguato nel raccontare una storia del genere e nel dare vita a personaggi di questo tipo, come quello che interpreta in questo film, una delle sue migliori prove attoriali. L'alchimia che si crea con il personaggio della Streep é bellissima, intensa, ma soprattutto la nascita e lo sviluppo di questo legame e di questa passione vengono raccontati nel migliore dei modi, con tempi perfetti, fino ad arrivare ad un finale che si attesta fino a quel momento come uno dei più belli e potenti della Filmografia di Eastwood.
Dal 1997 al 2002, non lo so, forse avrà avuto dei problemi economici, doveva far fronte a debiti di gioco o debiti contratti con la mafia, un giro di prostituzione andato letteralmente a puttane... boh! Fatto sta che si mette a realizzare quasi un film all'anno e, sulla scia dei vari thriller anni 90/00 (politici, polizieschi, giornalistici, legali), realizza alcuni dei più insulsi film di genere che abbia mai visto. Pellicole che non hanno nulla a che vedere con i grandi film di genere del periodo in questione e che soprattutto rischiano di affossare la qualità complessiva della Filmografia di Eastwood, che sembra quasi non aver più alcuna possibilità di tornare ai fasti d'inizio decennio. Si lasciano guardare un po' di più
Potere assoluto e
Mezzanotte nel giardino del Bene e del Male, quest'ultimo soprattutto per la comicità di Lady Chablis, ma per il resto, assieme a
Fino a prova contraria e
Debito di sangue, non possono che segnare il momento più inutile e basso della carriera di Eastwood. Vi rientra anche
Space Cowboys, film di Fantascienza che si lascia anche guardare, ma che non risulta comunque granché, complice l'assurdità del plot, alla quale comunque non si fa poi tanto caso durante la visione, ma giusto perché non si vuole male a nessuno.