MAN of STEEL |
|
| Non è brutto come molti dicono, sicuramente piatto e mediocre. Pfister gira bene (mi sarei stupito del contrario onestamente) ma registicamente non ha niente da dire, si adagia su uno stile visivo banale asservito alla sceneggiatura con pochissimi guizzi dovuti più che altro alla sua attenzione fotografica. Strano poi, da uno come lui, che il film abbia una fotografia così impersonale. Confesso di essere stato clamorosamente tratto in inganno dal trailer.
La sceneggiatura getta nel falò un soggetto potenzialmente interessante, che avrebbe fatto scintille nelle mani di un autore d'altri tempi, e segue una narrazione ora didascalica ora lacunosa, prima accompagnando i passaggi narrativi con la manina e poi lasciando in sospeso i rapporti tra i personaggi. Gli unici personaggi essenziali sono i coniugi protagonisti interpretati da Rebecca Hall e Johnny Depp. Quest'ultimo non ci crede affatto, va col pilota automatico dall'inizio alla fine. Alla faccia di chi lo critica nei ruoli alla Jack Sparrow, dove sicuramente offre molto di più. Paul Bettany sfruttato male, Cillian Murphy imbarazzante e totalmente inutile, Freeman sembra uscito dai Batman di Nolan, Kate Mara fa sempre la stessa espressione torva. L'unica che spicca un minimo è la Hall, non tanto per la bravura dell'attrice quanto perchè il suo personaggio è l'unico con un minimo di scrittura emotiva alle spalle. Gli altri si affidano totalmente agli interpreti e il risultato lascia molto a desiderare.
La storia non fa particolari riflessioni sull'intelligenza artificiale e sul ruolo della tecnologia nella vita umana ma si concentra sulla domanda "cosa farebbe l'uomo se potesse diventare dio?". La risposta che trova è francamente banale e asservita alla side story (mica tanto side) romantica. Alla fine è un Her con manie di grandezza, pretenziosità e zimmerate fuori luogo nella colonna sonora.
Niente da fare, torna a fare il direttore della fotografia Wally.
|
| |