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| CITAZIONE (Lev Yashin @ 9/9/2017, 14:39) Nolan non si contraddistingue per un colpo di scena alla fine dei film. Si contraddistingue per la sua visione personale dello scorrere del tempo, per l'uso del montaggio non-lineare, per la messa in scena essenziale e geometrica, per la riflessione sull'identità dell'uomo e su come l'uomo se ne interroghi. Per me vale molto di più la sequenza dell'atterraggio di Farrier che tutta la sequenza didascalica e ridondante nel Tesseratto, semplicemente perché la prima usa gli strumenti visivi del cinema per comunicare ciò che con le parole sarebbe impossibile. Nolan ha dimostrato di poter fare Cinema con la C maiuscola semplicemente con la forza delle immagini e del suono, liberandosi da certi vincoli che si era lui stesso creato approcciando gli ultimi film. Esatto e proprio per questo segna una evoluzione e un nuovo punto di riferimento nella sua filmografia con cui i film successivi dovranno misurarsi. Nolan ha svolto un lavoro di sottrazione non indifferente. A partire dal cast, dalle atmosfere, alla messa in scena, ai dialoghi, all'anima stessa del film tutt'altro che hollywoodiana. Gestire tre diverse trame, cambiare la collocazione temporale delle stesse e raccontarle ognuna da un punto di vista diverso, montare tutto senza lungaggini e tagli inopportuni, fare tutto questo con una precisione prussiana in 106 minuti. Probabilmente un unicum nel genere bellico. Per me è un filmone, con una perfezione formale inarrivabile e un'estetica raffinatissima. Il capolavoro di Nolan. Questa volta non ha sbagliato nulla, zero esposizione e puro cinema visivo. Edited by Henry V - 9/10/2017, 12:40
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