Votes taken by $lask

view post Posted: 2/4/2019, 20:41     +1Prossimi Progetti - Progetti nuovi e paralleli
cast niente male, ma soprattutto per niente scontato.
view post Posted: 21/1/2019, 01:41     +1Ciao! ^_^ - Welcome
Ciao Francesco!
Scusa se ti do il benvenuto solo ora, comunque piacere di averti tra noi, credo che la tua passione per questo regista (o anche per il cinema in generale) e la tua curiosità saranno ampiamente ripagate ;)
view post Posted: 16/12/2018, 02:15     +1Discussione generale - Serie TV
Concordo con DickGrayson :)

Non so ancora dire se la terza sia la stagione più bella, per me ognuna delle tre ha avuto delle vette altissime. Certo aver adattato la storyline Born Again per me gioca un ruolo cruciale nella decisione, come molti fan dello scavezzacollo sono molto legato a quella miniserie che ritengo uno degli apici assoluti del fumetto americano (e non).
view post Posted: 7/8/2018, 21:55     +2Che film hai visto? - La Cineteca
A breve mi cimenterò con questi due capisaldi:

Metropolis - I sette samurai.
view post Posted: 5/4/2018, 01:55     +1Home Video - Hollywood Reporter
Sono virtualmente identici, forse qualche lieve differenza nell’encoding ma niente che risalti a occhio nudo.
view post Posted: 19/3/2018, 21:21     +1Home Video - Hollywood Reporter
Allora, sui dischi 4K non c'è nessun extra, perché stanno tutti sui blu-ray inseriti nelle edizioni singole.
Ora, per quanto riguarda The Dark Knight e The Dark Knight Rises, visto che hanno riciclato i vecchi blu-ray, dovrebbero essere presenti tutti gli extra. Mentre per Batman Begins hanno spostato gli extra dal blu-ray del film su un blu-ray separato, devo verificare se ci sono tutti quelli originali.

Una cosa certa è che, purtroppo, il disco bonus del vecchio cofanetto Special Edition, quello col documentario sull'intera trilogia, non è presente nel box 4K.
view post Posted: 15/3/2018, 16:15     +1Home Video - Hollywood Reporter
Visto il modus operandi, CG potrebbe migliorare leggermente l'encoding.

Sì, Akira tra un mesetto al cinema con doppiaggio finalmente fedele ai dialoghi originali (e quindi prossimamente un'edizione blu-ray da comprare).
view post Posted: 7/3/2018, 20:17     +1Home Video - Hollywood Reporter
CITAZIONE (HvsH @ 2/3/2018, 23:07) 
Comunque, anche se l'edizione RaroVideo è tornata disponibile, ho messo nel mirino quella Criterion, dal cui catalogo prenderò anche Easy Rider, 12 Angry Men, The Fisher King e Dr. Strangelove (sono i titoli che ricordo al momento).

Per 12 Angry Men ti confermo che esiste un unico master, utilizzato anche dall'edizione italiana.
Night of the Living Dead della Criterion mi è arrivato oggi, che spettacolo di restauro :wub:
view post Posted: 13/2/2018, 13:19     +2Che film hai visto? - La Cineteca
Qualche settimana fa mi sono avventurato nella mia prima esperienza con l'espressionismo. E non potevo che partire da uno dei capisaldi:

IL GABINETTO DEL DOTTOR CALIGARI


Ho avuto la fortuna di rimediare la versione restaurata nel 2014 (dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con la fondazione Murnau), che presenta il film nella sua edizione più completa, perlomeno con il materiale esistente che si è riuscito a recuperare, e con una sontuosa qualità dell'immagine. Il lavoro svolto dai tecnici è stato fenomenale, la splendida e grottesca fotografia dimostra molti meno anni di quanti ne ha il film in realtà.

Le atmosfere della pellicola appaiono fin dall'inizio fosche, e l'alternanza giorno-notte / interni-esterni scandita dai diversi colori contribuisce a immergerti in questo micromondo dalle sembianze di un piccolo paesino tedesco. Le scenografie, per quanto svelate ancora di più nella loro modestia dall'alta definizione, conferiscono quel tono tetro e straniante che permane per gran parte del film, e che è amplificato dai volti spiritati dei protagonisti, opportunamente truccati.
C'è da dire che la trama per spettatori contemporanei come noi risulterà ovviamente già vista, ma questa è un'opera del 1920 pertanto inquadrato in quel contesto temporale questo tipo di narrazione è encomiabile. D'altronde a quanto ho letto uno dei due autori, Carl Mayer, avrebbe in seguito contribuito alla realizzazione di altri titoli della corrente espressionista tedesca. Tra l'altro apprendo anche che prima di finire nelle mani di Robert Wiene (che a dispetto dei suoi lavori precedenti e successivi qui non figura come sceneggiatore), Il Gabinetto Del Dottor Caligari doveva essere diretto da un certo Fritz Lang.

Spiccano nel cast ovviamente i due "antagonisti", se così li si può definire: Werner Krauss è l'interprete che dà vita al mefistofelico dott. Caligari (che credo proprio essere una delle influenze principali sul look del Pinguino burtoniano di Danny DeVito) e inquieta ogni volta che è in scena, tanto nelle inquadrature larghe, dove è affiancato a personaggi "normali", quanto nei primi piani del suo volto incredibilmente espressivo; Conrad Veidt, che conoscevo principalmente per fama, opera con un'espressività più rigorosa per interpretare il sonnambulo Cesare.
La figura che si contrappone ai due, Friedrich Fehér, mi ha impressionato di meno, forse perché a differenza dei due sopracitati la sua carica teatrale è meno giustificata, almeno fino all'atto conclusivo.

Per quel poco che posso dire sul versante tecnico, trovo che i meriti della regia di Wiene siano da ricercare nei modi in cui enfatizza le atmosfere di cui parlavo all'inizio. Gran parte del lavoro però lo fanno appunto le scenografie su tela dipinta, che a dire il vero sono filmate quasi sempre a cinepresa fissa, ma d'altronde non ci si può certo lamentare dell'assenza di carrelli o altro per una produzione dell'epoca.

Che dire, al di là di alcuni film di Chaplin, Il Gabinetto del Dottor Caligari è probabilmente il lungometraggio più vecchio che ho visto, e mettendo in conto questo è una visione che raccomando a chiunque di voi non l'abbia ancora recuperato perché è un tipo di cinema talmente distante dai canoni odierni che non potrà in qualche modo non affascinarvi.
view post Posted: 4/2/2018, 18:59     +2Discussione generale - DUNKIRK
A poco a poco, col contagocce, sto recuperando un po' di cose che volevo pubblicare sul forum da un po'.
Oggi tocca alla mia rece personale di Dunkirk, con solo qualche mese di ritardo :asd:
L'avevo scritta per un sito, ma poi non se n'è fatto più niente, allora l'ho rivista e accorciata un pochino e ve la propongo qui:


CITAZIONE
Il decimo film di Christopher Nolan non è propriamente un film di guerra, come dai più è stato superficialmente etichettato. Il regista ne ha chiarito la natura in più interviste: un thriller di sopravvivenza ambientato durante la battaglia di Dunkerque del 1944, distante dal war-movie di stampo tradizionale in quanto la fazione mostrata in campo è una sola, e uno scontro diretto in realtà non avviene quasi mai: dal punto di vista storico quello di Dunkerque fu uno scontro a senso unico, terminato con una massiccia evacuazione delle forze Alleate; dal punto di vista prettamente narrativo Nolan si è concentrato soprattutto sui frustranti tentativi dei soldati inglesi di lasciare le coste della Francia, enfatizzando la tensione dei momenti di apparente quiete tanto quanto l’adrenalina delle azioni più concitate.
Il risultato è una pellicola atipica ma di indubbio fascino, persino controversa nel suo obiettivo di immergere lo spettatore negli eventi narrati rinunciando allo stesso tempo ad un’immedesimazione diretta con i personaggi. In Dunkirk infatti non vi sono veri e propri protagonisti, e anche le figure che hanno più screentime sono prive di un qualsiasi approfondimento o background che possa in qualche modo avvicinarle di più al pubblico.

Per precisa scelta dell’autore (che aveva persino paventato l’idea di non approntare una sceneggiatura) i soldati e i civili mostrati nel film sono “cristallizzati” nella loro disavventura, non sappiamo niente sul loro passato né ci viene rivelato cosa gli avrebbe riservato il futuro anni dopo la terribile esperienza; di alcuni non viene neanche menzionato il nome e, per quanto bizzarra e rischiosa possa apparire questa soluzione, il perché diviene più chiaro man mano che la pellicola procede.
Il punto non è legarsi emotivamente a questo o a quel personaggio e seguire la storia dal suo punto di vista, quanto piuttosto essere gettati nella mischia e vivere l’esperienza collettiva dei quasi 400mila soldati evacuati durante la cosiddetta Operazione Dynamo. Non a caso nel cast figurano tanti giovanissimi interpreti sconosciuti ai più, alcuni alla loro prima esperienza sul grande schermo, e una delle star più blasonate dell’ensemble (Tom Hardy) recita con il viso coperto per quasi tutto il tempo.
«Teniamo ai personaggi nel film semplicemente perché ci sentiamo immersi nella loro realtà e nelle avversità che affrontano» ha detto Nolan in una rassegna presentando una delle opere che hanno ispirato il suo lavoro (La Battaglia di Algeri), ed è su questo concetto che è stato costruito Dunkirk. Più che una ricostruzione storica dei fatti che accompagna un intreccio di finzione, il film vuole essere un’esperienza cinematografica nel senso più puro, un lungometraggio essenziale nel quale dialoghi ed esposizione sono ridotti al minimo; a parlare sono le immagini, grandiose e spettacolari, e persino i silenzi, portatori di forti suggestioni.

L’impianto tecnico, di altissimo livello, è in questo senso completamente asservito a coinvolgere lo spettatore nell’atmosfera di quelle drammatiche giornate, e il merito principale va ad una regia figlia dei kolossal di altri tempi; il filmmaker inglese non ha mai nascosto l’influenza del cinema classico sull’estetica di alcuni suoi lavori ma in Dunkirk la lezione appresa da illustri colleghi come David Lean e Henri-George Clouzot è finalmente messa su schermo in maniera naturale. Ogni inquadratura denota la padronanza di chi ha compreso le caratteristiche vincenti dei capisaldi di un genere e le ha declinate secondo la sua personale e imponente visione.
Questa visione nel cinema di Nolan è ormai indissolubilmente legata all’utilizzo dell’IMAX, tecnologia da lui stesso sdoganata e ormai sfruttata al suo pieno potenziale. Grazie anche alla durata contenuta del film – con i suoi 106 minuti è il lungometraggio più corto del regista dal 1998 a oggi – è stato possibile infatti impiegare questa pellicola ad altissima risoluzione per girare quasi tutte le scene, conferendo all’opera una portata “larger than life” come si suol dire: dai bombardamenti sul molo all’affondamento delle navi, dai volteggi degli Spitfire alle carrellate sulla spiaggia, lo sguardo della cinepresa cattura la dinamicità del momento con perizia impeccabile.

Particolare è l’incontro tra l’affresco sopracitato e i dettagli più asciutti della messa in scena, come ad esempio l’assenza di momenti “sanguinolenti”. La pellicola non lesina sulla violenza in sé o sulle morti su schermo, ma non affiorano mai fiotti di sangue o resti umani in bella mostra. Nell’ottica di mantenere lo sguardo degli spettatori incollato sullo schermo anziché respingerlo con scene truculente, l’intenzione dell’autore è lodevole ma alla lunga rischia di estraniare dalla vicenda.
L’assenza di un nemico visibile al contrario asseconda ottimamente il tono della storia, e fin dal primo minuto stabilisce un’elevata tensione destinata a incrementare. I proiettili, le bombe e i siluri nazisti sono sparati senza alcun preavviso, da postazioni imprevedibili e irragiungibili, rompendo un silenzio che angoscia i giovani inglesi ancora più degli scontri a fuoco. L’avversario è una costante presenza che fiacca gli Alleati prima di tutto a livello psicologico.

La gestione della suspence va di pari passo con la manipolazione del tempo, che ormai è un tratto distintivo della narrativa nolaniana e in Dunkirk raggiunge nuovi traguardi con una particolarissima tripartizione dei piani narrativi in ora/giorno/settimana.
A parere di chi scrive l’unico reparto di questa produzione che non ha realmente convinto è la colonna sonora, nonostante l’affiatamento tra il regista e Hans Zimmer non aveva dato segni di cedimento per oltre dieci anni. L’approccio del compositore tedesco in questa sede è stato ancora più sperimentale rispetto a quanto fatto su Interstellar, poiché non si limita ad accompagnare le immagini ma in un certo senso scandisce lo scorrere del tempo (cosa peraltro già parzialmente tentata in Inception). Se da una parte la scelta si sposa bene con il carattere della pellicola, dall’altra affiora spesso un senso di ridondanza non proprio piacevole.

In definitiva però l’esperimento melodico/sonoro di Zimmer non inficia l’esperienza generale, che è destinata a fare discutere ancora per molto, e che si spera non passi inosservata alla giuria dei prossimi Oscar.


Edited by $lask - 5/2/2018, 20:09
view post Posted: 2/2/2018, 20:41     +1Home Video - Hollywood Reporter
Segnalo che da Feltrinelli vendono un'edizione (dovrebbe essere una loro esclusiva) blu-ray di BLADE RUNNER con i tre dischi della Limited 2012, ma è una versione "liscia" da 12-13 €.
Se volete tutte le versioni del film e tutti gli extra senza salassarvi, è la vostra occasione.
view post Posted: 31/1/2018, 19:52     +1Home Video - Hollywood Reporter
Eh, di quelli che hanno pubblicato finora ne conosco ben pochi.
Ti rimando alle recensioni di blu-ray.com (se non ci sono basta che trovi l'equivalente statunitense), al 90% sono molto affidabili.
view post Posted: 28/1/2018, 21:53     +1Home Video - Hollywood Reporter
Per The Fisher King prendi il blu-ray tedesco: stesso identico master, ma costa 7-8 €.

Io ho preso Criterion per i contenuti extra, ma fondamentalmente hanno utilizzato l'ottimo trasferimento realizzato da Sony (scansione 2K da interpositivo).
ANZI, ho scoperto a malincuore che il disco Criterion ha l'aspect ratio errato (1:78.1 anziché 1:85.1... la differenza è sottilissima, ma da loro non mi aspettavo certo una svista del genere).
view post Posted: 26/1/2018, 21:53     +1Home Video - Hollywood Reporter
Insomnia ci guadagna non poco rispetto all'edizione italiana, che purtroppo è l'unica "menomata". Il trasferimento Warner ha un look più organico e i colori sono più vividi. Come direbbe Maddux è un transfer da interpositivo impeccabile, mentre quello Medusa sembra provenire da qualche sorgente più vecchia e processata...

...per Memento la differenza è meno evidente, ma il remastered è comunque superiore. Tra l'altro è forse l'unico film in cui Nolan ha volutamente modificato la colorimetria rispetto alla versione cinematografica. E' il prossimo che devo vedere, quindi a breve ti saprò dire se in movimento l'impressione migliora o no.

Edited by $lask - 28/1/2018, 19:15
view post Posted: 26/1/2018, 19:52     +1Audrey Hepburn - Hall of Fame
Divina.

Non ho visto molti film con lei, anzi mi sono fermato ai tre più famosi (Sabrina, Vacanze Romane, Colazione da Tiffany), però è fuori di dubbio che fosse dotata di una classe e una presenza scenica che fa giustamente invidia a qualunque attrice vivente.

Insieme a Grace Kelly, altro inarrivabile esempio di bravura e bellezza nella settima arte, la Hepburn si è spenta troppo presto.

Edited by $lask - 26/1/2018, 22:11
926 replies since 20/12/2008