Kabuto caro. Come puoi aver facilmente notato dai commenti ai vari film, non mi risparmio di certo quando si tratta di elogiare un bel film, che possieda determinate qualità ed un certo valore. Il punto é averlo davanti un film del genere. In diversi casi é capitato anche con Eastwood, ma in alcuni inevitabilmente no, come quando ci si trova davanti certi film. Che non sono brutti, é ovvio. Sono semplicemente insulsi. Sono anonimi, privi di sapore e di spessore. Quasi si stenta a credere che possano essere film diretti dallo stesso regista che poco prima aveva realizzato tre grandi film uno dietro l'altro e che poi avrebbe realizzato diversi altri grandi film da lì in avanti. Sembrano diretti da un qualsiasi buon mestierante, preso di peso mentre vagava negli studi di Hollywood alla ricerca di una commissione. Sono film che trattano determinati argomenti, come quelli che descrivi, ma ci sono delle grandissime osservazioni da fare.
Per prima cosa, non tutto quello che descrivi é realmente presente nel film. Non esiste per niente al Mondo infatti che i quattro interpreti di "Space Cowboys" insegnino ai "giovinastri odierni" come si recita, visto che due di loro sono quasi praticamente inesistenti nel film e gli altri due non fanno che fornire una normalissima prova, nella media delle loro possibilità. Anzi anche al di sotto, visto che Eastwood e Jones possono fare (ed hanno fatto) molto, ma moooolto di più, in passato come in futuro. E poi l'utilizzo avanguardistico del digitale ce lo vedi solo tu forse, perché vorrei ricordarti che il film é del 2000, perciò vuol dire che non hai visto o che fai finta che non esistano i film precedenti, oppure che fai finta che non esista la ILM. Seconda importantissima cosa, non c'é nessun fantomatico "intuito d'artista" in quella scena de "La Recluta". La criminale ha semplicemente il feticcio di registrare e rivedere le sue pratiche, come fosse una sorta di trofeo che le piace guardare per soddisfazione personale. Terzo, non c'é alcun problema in "Fino a prova contraria" e la cosa dimostra come sempre che hai difficoltà a cogliere e comprendere certi eventi all'interno di una storia e di una sceneggiatura. Una telefonata non sarebbe servita a niente in quel frangente, sarebbe stata inutile, perché il direttore del carcere avrebbe dovuto vedere la prova che hanno con loro, per avere un reale motivo per bloccare l'esecuzione e non rischiare conseguenze per la sua posizione. Non sarebbe bastata la parola di un qualsiasi giornalista, per quanto potesse essere simpatico al direttore del carcere.
Ma se questi film sono (come giustamente lo sono in parte) un film che si schiera contro il potere governativo, un film contro il sistema giudiziario e la pena di morte, un film sulla vecchiaia, un film poliziesco e un film "sull'inafferrabilità della verità"
(rido perché allora lo sarebbero TUTTI i thriller legali!
), allora sono inevitabilmente anche i film più insulsi riguardo questi argomenti che io abbia mai visto!!! Perché ce ne sono stati tanti altri (usciti anche e soprattutto in quel periodo; i film di Eastwood seguono proprio questa scia) che hanno trattato gli stessi argomenti, dando però vita a pellicole molto, ma anche molto più belle.
Vogliamo dei grandi thriller a carattere giudiziario, politico, giornalistico, che si schierano ora contro questo ora contro quello e si fanno un culo così in nome della verità? Basta prendere anche solo i film tratti dai romanzi di John Grisham: "Il Socio" di Sidney Pollack (1993), "Il Rapporto Pelican" di Alan J. Pakula (1993), "L'ultimo appello" di James Foley (1996), "Il Cliente" (1994) o meglio ancora "Il momento di uccidere" di Joel Schumacher (1996), "L'uomo della pioggia" di Francis Ford Coppola (1997) o "La Giuria" di Gary Fleder (2003). Al di là di Grisham, consiglio "Schegge di Paura" di Gregory Hoblit (1996), il grandissimo esordio di Edward Norton.
Vogliamo andare sulla cronaca e cercare un bel film contro il sistema giudiziario e la pena di morte? Prendiamo "Difesa ad oltranza" di Bruce Beresford (1996), con una grandissima Sharon Stone, che racconta la vera storia della prima donna giustiziata negli Stati Uniti dal 1984, Karla Faye Tucker Brown, uscito due anni prima della vera esecuzione, per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica. Sinceramente, poi, non vorrei doverti ricordare che, addirittura nello stesso anno di "Fino a prova contraria", é uscito sua altezza reale "Il Miglio verde" di Frank Darabont (1999), che mette in scena anche il pregiudizio e l'odio razziale.
Vogliamo poi un vero gran bel film contro il sistema giudiziario ed il potere (politico, governativo e militare) bieco e corrotto, che cerca di pararsi sempre il culo e di passarla sempre liscia facendo i propri porci comodi e commettendo crimini contro l'umanità a destra e sinistra? Basta andare un paio d'anni più avanti, per incrociare il bellissimo "Regole d'Onore" di William Friedkin (2000), oppure andare qualche anno più indietro, per incrociare quello che é forse il punto più alto del genere ed uno dei miei film preferiti di sempre, l'immenso "Codice d'Onore" di Rob Reiner (1992), prima sceneggiatura firmata dal grandissimo Aaron Sorkin. Entrambe le pellicole, oltre a questi argomenti, affondano in particolar modo il loro sguardo sul militarismo americano e su aspetti intrinsechi dell'organizzazione militare.
Vogliamo poi un vero, grandissimo film che s'interroga
veramente ed effettivamente sull'inafferrabilità della verità? Aspetta, com'é che si chiamava?! C***o! Mi dimentico sempre!
Mi sembra qualcosa che con la M... Roba che ha a che fare col Latino.... Ah, ecco! Credo s'intitolasse... sì... credo che fosse un certo "Memento", di un tale Christopher Nolan (2000). Boh! Mai sentito nominare.
Sarebbe poi oltremodo troppo facile per me ricordarti comunque che in quegli anni sono usciti veri grandi thriller come "Se7en" di David Fincher (1995), "I soliti sospetti" di Bryan Singer (1996), "Soldi sporchi" di Sam Raimi (1998), "Following" di Christopher Nolan (1998), "L.A. Confidential" di Curtis Hanson (1998) , "L'Avvocato del Diavolo" di Taylor Hackford (1997), "Omicidio in diretta" di Brian De Palma (1998), "Fight Club" di David Fincher, "Il Sesto Senso" di M. Night Shyamalan (1999), "La Nona Porta" di Roman Polanski (1999), ecc, ecc, ecc, ma sarò magnanimo e non lo far... ahia, c***o! L'ho già fatto!
Ma poi, davvero dovrei ricordarti che "Debito di sangue" (che tra l'altro elogi - in maniera del tutto forzata, visto che il film non esprime questo concetto - per essere un film che spinge a seguire il cuore prima del cervello, quando tu sostieni da sempre che la vera via sia il contrario
) é uscito nell'anno di "Insomnia" di Nolan, "Minority Report" di Spielberg, "The Bourne Identity" di Liman, "Panic Room" di Fincher e già che ci siamo "K-19" della Bigelow, che male non fa?! Questi sono noir, thriller, polizieschi e film d'azione!!! Psicologici, claustrofobici, spionistici, fantascientifici o bellici che siano! Non quel gialletto insapore, privo di pathos e superscontato, di "Debito di sangue"!
Questi film di Eastwood, ripeto, non sono brutti.
Semplicemente... fanno pena, data la firma.
Inutile negarlo.
P.S.
Non mettetevi contro di me quando si tratta di uno dei miei generi preferiti!
Edited by §nake - 27/1/2016, 02:35